Il product placement: la pubblicità che piace


Il product placement non si mangia

L’inserimento di prodotti o brand a scopo commerciale è una mossa strategica molto frequente soprattutto all’interno di film, serie tv o videogiochi. Se affermiamo tutto ciò, non stiamo di certo dicendo che Celentano sia un trapper delle periferie di Milano. 

Nel mercato dell’entertainment, infatti, il product placement è una strategia alla quale si è spesso esposti, e che paradossalmente infastidisce meno, salvo rari casi, perché viene considerata poco invadente.

Se si guarda la scena di Stranger Things, dove Undici beve tranquillamente una lattina di Coca-Cola: proprio in questo risiede la magia del product placement. 

Credits: Netflix

Una comunicazione emotiva che imprime un prodotto nella mente del consumatore, un’esperienza ed un’emozione in maniera spesso inconscia, alimentando le associazioni che si legano al brand

La pubblicità nel gaming, un’esplosione di opportunità

Il gaming ha senza dubbio rivoluzionato il settore dell’intrattenimento. Le opportunità che si sono aperte per i brand durante il periodo pandemico appena trascorso sono state molteplici.

La fortuna di questo cigno nero sono state le ore spese a casa e dedicate dai più giovani al gaming, in quel momento unico veicolo di trasmissione del virus Sars-Socialità19.

La conseguenza? L’esplosione di un fenomeno mondiale che ha creato nuove community, sia locali che internazionali. Giochi come Call Of Duty Warzone, Apex e Fortnite hanno sviluppato legami tra le community che, nonostante tutto sia tornato alla normalità, continuano ancora ad essere attive e alimentate da nuovi utenti.

Fortnite e le sue fortune

Il più clamoroso degli esempi è senza dubbio Fortnite, il nuovo trend della Gen Z.

Nel giro di un paio d’anni, Fortnite ha registrato numeri altissimi in termini di download e utenti attivi, tra cui diversi personaggi famosi come rapper, atleti e attori. Ma cosa lo ha reso così popolare?

Lo shop ha reso Fortnite IL videogioco pubblicitario per eccellenza: un negozio in cui è possibile acquistare oggetti, skin per i personaggi, armi e tanto altro a pagamento.

Nelle varie stagioni, rappresentate da nuovi aggiornamenti, possiamo trovare migliaia di brand che spaziano dall’abbigliamento (Jordan, Nike, Adidas) all’intrattenimento (film, serie tv) o, addirittura, veri e propri concerti live.

Quest’ultima categoria è stata quella che ha fatto registrare i dati più importanti su Fortnite. Il concerto live del rapper statunitense Travis Scott, ad esempio, è stato un evento unico nel suo genere, seguito da più di 12 milioni di utenti.

Credits: Fortnite

Epic Games, la casa produttrice del videogioco, lo ha presentato, descrivendolo come: “un viaggio musicale unico insieme a Travis Scott e alla prima mondiale di un suo nuovo brano“. A rendere tale esperienza ancora più particolare è stata soprattutto la possibilità di rivivere l’esclusiva prima esibizione in differenti orari e date, così da soddisfare tutti i milioni di giocatori.

Possiamo citare però altri esempi, come FIFA: il gioco di simulazione calcistica più conosciuto nel mondo, in cui è davvero semplice imbattersi in product placement di brand sportivi che circondano il campo, cambiando in tempo reale, o altri sponsor direttamente sulle maglie dei giocatori.

In ogni caso, le opportunità di sperimentazione tra brand e gaming sono straordinarie e si manifestano a livello di comunicazione pubblicitaria, ma anche attraverso accordi di merchandising e co-branding: insomma, un mercato in continua evoluzione con esponenziali margini di crescita.

Si ok, ma quali sono i vantaggi per i brand?

Molti brand hanno già intercettato le nuove possibilità, grazie anche a due piattaforme che rappresentano il canale perfetto per questo tipo di interazione brand-consumer. 

Da un lato – infatti – troviamo YouTube, colosso mondiale che da anni offre servizi di intrattenimento per milioni di utenti; dall’altro, Twitch, con ben 7 milioni di streamer e più di 30 milioni di viewer al giorno che lo rendono – ad oggi – una delle piattaforme più seguite dai giovanissimi. 

Esistono, per esempio, anche degli spazi visualizzati all’interno delle inquadrature delle dirette dei content creator, spesso occupate da prodotti o brand. 

Ma non è soltanto questione di visibilità. Un dato da non sottovalutare, infatti, è la durata media dell’utilizzo di ogni utente. In generale, la Gen Z ha iniziato ad avvicinarsi al mondo del gaming con tempi e modalità diverse dalle precedenti. 

A scuola, al ristorante, al parco, le live dei loro streamer preferiti possono essere seguite quando e dove vogliono, e questo rappresenta un’importante possibilità da sfruttare.  

Il product placement nei videogame è, quindi, una tecnica di investimento molto profittevole che offre delle opportunità di crescita esponenziali connesse al successo degli stessi videogiochi.

Gli acquisti in-game e la nascita del Metaverso amplificano le possibilità per i brand che riescono a ri-creare situazioni sempre più reali e immersive, proponendo ai consumatori esperienze digitali uniche. Insomma, manca poco e compreremo più all’interno degli shop virtuali che in quelli reali

Credits: Fifa

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